La musica è da sempre collegata a tutte le forme culturali a lei contemporanee. E’ capace di sollecitare stati d’animo, emozioni, pensieri, ricordi come nessun’altra espressione artistica : spesso a partire da un dato reale del mondo che ci sta intorno, ma anche da suggestioni la cui origine parte dal nostro subconscio.
Quest’anno la rassegna estiva I Concerti del Castello, organizzata dall’associazione Sui Sentieri della Musica e in programma nei giorni dall’8 al 10 luglio a Venegono Superiore (VA), presenta CineMusica, ovvero parole e musica per scoprire come nascono le intenzioni filmiche e compositive che, nel generare piccole e grandi emozioni, vanno a formare il film nella sua compiutezza. Il tutto all’interno del progetto “Una Biblioteca da Paura- Fondo Sclavi” che mira a valorizzare il cospicuo fondo librario che Tiziano Sclavi -inventore di Dylan Dog– ha lasciato alla Biblioteca di Venegono Superiore, suo paese di residenza. E che, a sorpresa, sarà presente almeno in una delle tre serate…
Una mostra ‘da paura’,
ma col sottile tranello
del piacere…CLAUDIO RICORDI
Prendendo visione del Fondo Sclavi si capiscono quali collegamenti musicali si possono attivare sui contenuti lì presenti : siano essi letterari, cinematografici, saggistici, fumettistici, storici e altro. Dunque avremo a che fare con personaggi e tematiche cari all’ ”indagatore dell’incubo” Dylan Dog cercati nell’ambito musicale e filmico, e osservati dalle origini sino ai giorni nostri : dai draghi e dalle sibille medievali alle creature del gotico ottocentesco, dai mostri primordiali e ancestrali agli incubi paranormali del Ventesimo Secolo.
Non poteva mancare Karel Thole
Il logo di questa edizione è perfettamente in linea con le tematiche del brivido: si tratta di un disegno intitolato “La Sfera di Dyson” del disegnatore olandese Karel Thole, famoso per aver disegnato le copertine di Urania. A lui è dedicata “Una mostra da paura: gli incubi di Karel”, dove saranno esposti gli originali delle copertine di Urania.
“Pensare a Karel Thole vuol dire pensare ai romanzi di Urania, quasi unica collana di narrativa fantascientifica italiana per molti anni. E il fascino era immediato: l’impaginato circolare, la sfrenata fantasia di Karel, l’ineguagliabile precisione del suo sottilissimo pennello. Lo guardavo disegnare sul suo tavolo di lavoro: luce forte sul foglio, occhiali e varie lenti di ingrandimento, e alla fine ecco la creatura di altre galassie uscire dalla copertina, il mostro dell’inconscio oramai condiviso venirci incontro. Ecco perché ho pensato a Karel Thole per rappresentare quello che è difficile immaginare e che forse è già dentro di noi: una mostra ‘da paura’ dunque, ma col sottile tranello del piacere…
– Claudio Ricordi, direttore artistico Sui Sentieri della Musica”
« La Sfera di Dyson », Karel Thole – Copertina di Urania del 9 settembre 1979
Il disegno si riferisce ad una ipotetica enorme struttura di rivestimento, che potrebbe essere applicata attorno ad un corpo stellare allo scopo di catturarne l’energia. È stata teorizzata dall’astronomo britannico Freeman Dyson.
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